Tra comics e noir: le fiabe di Pitrè tradotte da Amelia Crisantino
Come genere di confine tra la realtà e il mondo fantastico, la fiaba ha origini antichissime e si collega, secondo Vladimir Propp, ai riti iniziatici primitivi. La conquista del potere era collegata al possesso di virtù magiche, acquisite attraverso esseri carismatici (stregoni,maghi, fate, maliarde, streghe, animali fatati) o di oggetti percorsi da un fluido prodigioso.
Il fascino di un mondo ,in cui tutto è soggetto a trasformazione repentina e casuale, dove niente è definitivo, in cui basta trovare un anello magico per divenire potenti, belli e famosi , ci ha preso tutti da bambini e, anche, da adulti permane nel nostro immaginario. Amelia Cosentino ( “Fiabe siciliane” dalla raccolta di Giuseppe Pitrè,2013, Trapani, Di Girolamo Editore pg.316 )ha estratto dal ricchissimo “corpus” delle fiabe,novelle e racconti siciliani dell’etnologo e demopsicologo Giuseppe Pitrè, vissuto a Palermo nella seconda metà dell’Ottocento, quarantuno fiabe,il cui tema dominante è la magia.
La lettura è resa agevole dalla traduzione in italiano corrente che mantiene tuttavia la cadenza del parlato e la vivacità del lessico dialettale delle tre novellatrici . La tessitrice cieca Rosa Brusca, la domestica Elisabetta Sanfratello, la cucitrice Agatuzza Messia sono esperte affabulatrici che, pur filtrando le vicende attraverso la loro diversa sensibilità e conoscenza del mondo, evidenziano un tratto comune: la concretezza .In un mondo “magico” le scelte, le analisi ,i comportamenti dei personaggi rispecchiano una realtà ,in cui il doversi adattare a dominazioni diverse e a rivolgimenti continui della sorte, ha indotto loro ad aguzzare l’ingegno e ad affinare l’arte di arrangiarsi. Le fiabe , variegate e complesse, a mezza strada tra magia e realtà ,in bilico tra comics e noir , capaci di affascinare tutti, ben si collocherebbero nell’ambito fumettistico.
Una chicca: la fiaba di Fra’ Genipero.