Recensioni

Oz e gli altri

Una realtà riportata attraverso le innumerevoli sfaccettature, i colori e le forme che mutano continuamente ad ogni minimo cambiamento d’angolazione, con effetti sorprendenti e quasi magici, è quella che appare nell’opera prima di Cinzia Zerbini (“SGUARDARSI- Il Caleidoscopio di Oz, 2015 Palermo, Torri del Vento Edizioni”). Oz, osservatrice compartecipe delle vicende dei suoi personaggi, si serve dell’effetto catartico dell’ironia per alleggerire la durezza del quotidiano nelle tentacolare metropoli palermitana.

Sfilano davanti agli occhi del lettore figure allucinate, patetiche, apparentemente disincantate ma profondamente dolenti. Ognuna di loro ha un tic, una mania, un comportamento nevrotico e compulsivo, derivanti da lacerazioni interiori, incancrenite dal tempo. La società dei disvalori condiziona giovani e vecchi e li conduce sull’orlo di un baratro, ma Oz è pronta a riacchiapparli per il bavero e a farli arretrare. Culto esasperato del corpo, denaro facile, smania del sesso, erotismo massmediatico, comportamenti malavitosi: bisogna prenderne le distanze e ricacciare la lacrima sorridendo con le labbra tumefatte del clown. Nella galleria dei ritratti della Zerbini, c’è la donna “sfilacciata” che per una sorta di automatismo è indotta a fare il contrario di ciò che vorrebbe   ma  a cui un mazzo di fiori, recapitatole per sbaglio,  consente di aprire una finestra sul passato e di accettare la sua dissociazione. Il ciclista palestrato, padre di tre figli e marito frustrato si sobbarca(appena reduce da un doloso intervento emorroidario) a faticosi esercizi in palestra ,pur di evadere dalla realtà castrante  della famiglia e vedere la bella atleta Giulia. Salvatore e Caterina, i due barboni, eroi della strada, dormono a turno, sul marciapiedi, in mezzo ai cartoni. Li ritrovano morti , con il corpo fracassato e con accanto un libro logoro: erano convinti che la povertà si potesse vincere solo con la fantasia. Il sogno di  un medico stimato e ricco è quello di avere  la scorta. La otterrà :  dopo aver commesso un atto intimidatorio, sarà scortato in carcere. L’impiegato dell’Inps in lizza per le regionali, dopo un apprendistato presso una moglie ninfomane, scoprirà un vizietto occulto. L’estorsore Giovanni Generali vivrebbe bene ,esercitando un onesto pizzo , se non lo perdesse l’amore della lettura. Il filo  che riconduce ad unità tutti i protagonisti del libro è un post-Oz, una sorta di caleidoscopio, pullulante di termini,espressioni, riflessioni. La morale è che, se pure una risata non cura il dolore e l’ironia è solo un cerotto per le ferite, l’introduzione “nella buona scuola” di  una mezz’ora di “apprendimento dei principi di base per l’arte di prendersi in giro” potrebbe risollevare l’Italia.