San Placido Calonerò
L’Ordine dei Padri Benedettini, fondato verso l’anno 520, fu introdotto a Messina nel 536 da San Placido, che nel 541 subì il martirio per mano dei saraceni al comando dell’archipirata Mamuka. La Regola in 73 capitoli San Benedetto la scrisse nel 529, anno in cui si trasferì a Cassino dove fece costruire due monasteri, uno maschile e l’altro femminile, quest’ultimo affidato alla sorella Santa Scolastica.
La Storia
Fra il 1361 e il 1363 quattro gentiluomini messinesi, Leonardo de Astasiis o Austasio, Roberto de Giulio, Mauro de Speciariis o di Speciale e Giovanni di Santa Croce fondavano, dedicandolo a San Placido, un monastero sulla sommità di una collina che venne poi denominato “San Placido il Vecchio”. Elevato nel 1369 ad Abbazia, fu abbandonato nel 1394 e la comunità si trasferì in un feudo donato dal conte Andrea Vinciguerra Aragona facendo edificare il nuovo monastero che venne ultimato nel 1486, attiguo al castello dei Vinciguerra. Nei giorni 20 e 21 ottobre 1535 ospitò l’imperatore Carlo V vittorioso nelle battaglie di Tunisi e La Goletta contro i turchi al comando del pirata “Barbarossa”. Per ricordare il soggiorno dell’augusto personaggio, un busto e una lapide furono collocati sopra la porta del refettorio nel 1605. Nel 1866, con l’emanazione della legge che sopprimeva le corporazioni religiose, il complesso fu espropriato e infine venduto alla Provincia di Messina nel 1898. Con Decreto Reale vi venne istituita la Regia Scuola Pratica di Agricoltura, destinazione che continua ad avere ancora oggi, intitolata all’agronomo messinese Pietro Cuppari, aperta ufficialmente il 18 novembre 1901.
L’Architettura
Il complesso abbaziale di San Placido Calonerò si sviluppa attorno a due grandi chiostri tardo rinascimentali. Gli elementi decorativi, i portali, i particolari architettonici consentono la lettura delle varie fasi e delle varie epoche nelle quali venne eretta e si perfezionò: quella sveva – aragonese relativa al castello che fu prima degli Urso, nobile famiglia messinese e poi dei Vinciguerra (secoli XIII-XIV) nella parte a nord del complesso; quella tardo-rinascimentale della fine del Cinquecento rappresentata dai due chiostri quadriporticati con gli adiacenti ambienti perimetrali e quella tardo-ottocentesca e contemporanea, risultato delle trasformazioni e adattamenti a scuola agraria. Le origini sveve del castello sono testimoniate dalla presenza dello stemma araldico, un orso che richiama il cognome degli Urso nella punta della cuspide a chiglia del bel portale con arco ad ansa di paniere che dava l’accesso a una stanza oggi adibita a Cappella, simile a quello di Palazzo Corvaja a Taormina e da due mattonelle che erano ai lati e rappresentavano un orso, oggi perdute, servite da modello per la realizzazione della pavimentazione. All’interno, archi gotico-francesi sorreggono la volta.
Fonte: https://visitme.comune.messina.it/it/luoghi/monastero-di-san-placido-calonero-messina
Docente di Chimica e trasformazione dei prodotti.
Istituto Superiore “G. Minutoli” sez. “Cuppari”.