Il diritto dell’emergenza da Covid-19 tra Stato, Regioni e autonomie locali
L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha messo a dura prova la tenuta del servizio sanitario nazionale, spingendo all’adozione di una serie di misure utili a contenere la diffusione del virus, che hanno fortemente limitato i diritti fondamentali riconosciuti e garantiti dalla Costituzione. Tali misure sono state previste da alcuni decreti-legge e poi concretamente adottate mediante una serie di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Il Governo ha, inoltre, lasciato ampio spazio alle Regioni, alle quali, nelle more dell’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio, è stata riconosciuta la possibilità di adottare, con ordinanze contingibili e urgenti, misure più restrittive, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nei territori regionali. In tale contesto, anche i Sindaci hanno adottato una notevole quantità di ordinanze, che incontrano però il limite di non poter introdurre misure in contrasto con quelle disposte dalle previsioni statali.
La straordinaria mole di provvedimenti adottati ha finito con il comporre un quadro estremamente incerto, nel quale è risultato difficile orientarsi, anche a causa della presenza di disposizioni non sempre chiare e spesso in conflitto tra loro. Diversi studiosi hanno sollevato, inoltre, dubbi sulla legittimità dei provvedimenti adottati dai diversi enti coinvolti nella gestione dell’emergenza.
La straordinaria mole di provvedimenti adottati ha finito con il comporre un quadro estremamente incerto, nel quale è risultato difficile orientarsi, anche a causa della presenza di disposizioni non sempre chiare e spesso in conflitto tra loro. Diversi studiosi hanno sollevato, inoltre, dubbi sulla legittimità dei provvedimenti adottati dai diversi enti coinvolti nella gestione dell’emergenza.
La situazione rischia di aggravarsi con l’avvio della fase 2, che, promuovendo una graduale ripresa delle attività produttive e sociali, richiede inevitabilmente una maggiore differenziazione delle misure, posto che i livelli di contagio sono considerevolmente diversi nelle varie Regioni.
Le difficoltà incontrate nella gestione dell’emergenza dipendono, oltre che dalla straordinaria portata della pandemia, anche da carenze e patologie da tempo presenti nel nostro ordinamento, alle quali ora più che mai è necessario porre rimedio.
Alessandro Morelli è professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università Magna Græcia di Catanzaro, dove insegna Diritto costituzionale e Istituzioni di diritto pubblico.
È fondatore e, dal 2016, direttore responsabile di Diritti regionali. Rivista di diritto delle autonomie territoriali (www.dirittiregionali.it). È componente degli organi direttivi di diverse altre riviste scientifiche, tra cui Le Regioni, edita dalla casa editrice Il Mulino; Diritto costituzionale. Rivista quadrimestrale, edita dalla FrancoAngeli; Ordines. Per un sapere interdisciplinare sulle istituzioni europee (rivista del dottorato di ricerca in “Ordine giuridico ed economico europeo” dell’Università Magna Græcia di Catanzaro: www.ordines.it). È, inoltre, componente della redazione di laCostituzione.info (www.lacostituzione.info).
Ha partecipato come relatore a numerosi convegni nazionali e internazionali e fa parte di diversi centri di ricerca e associazioni scientifiche.
È autore di tre monografie: L’illegittimità conseguenziale delle leggi. Certezza delle regole ed effettività della tutela, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008; I paradossi della fedeltà alla Repubblica, Giuffrè, Milano 2013; Rappresentanza politica e libertà del mandato parlamentare, Editoriale Scientifica, Napoli 2018. È coautore, con Temistocle Martines, Antonio Ruggeri e Carmela Salazar, del manuale Lineamenti di diritto regionale, X ed., Giuffrè Francis Lefebvre, Milano 2019, adottato come libro di testo in corsi di Diritto regionale di molte Università italiane.
È, infine, autore di oltre cento articoli su riviste scientifiche, voci di enciclopedie e contributi pubblicati in volumi collettanei.