Concerto Spes Nostra
SPES NOSTRA
Così scriveva Talete nelle massime dei Sette savi: “La Speranza è il solo bene che è comune a tutti gli uomini e anche coloro che non hanno più nulla, la possiedono.”
Appaiono chiare nella stessa definizione della Speranza alcune caratteristiche che sono ad essa connesse, come l’attesa del futuro, il desiderio, il timore.
La speranza è delle tre virtù teologali quella più fortemente ontologica: l’uomo pensa al possibile perché spera di poterlo realizzare.
La Speranza è quindi il fondamento del pensiero, ma la realizzazione del progetto da esplicare secondo ragione, mettendo da parte l’impulso e l’istinto, si scontra con il sentimento dell’indeterminatezza del futuro che genera timore.
La Speranza è la fiduciosa attesa di un bene che quanto più desiderato tanto più colora l’aspettativa di timore o paura per la sua mancata realizzazione.
Come afferma Edmund Husserl, “l’Uomo è un essere che progetta il suo futuro” poiché è mosso dal desiderio di una vita più felice di quella che vive nel presente e quindi esplora con il pensiero e l’immaginazione le strade per arrivarci….
Nel messaggio cristiano la Speranza trova certezza in Dio che appare come Luce per la strada, Luce che orienta il nostro cammino nel tempo.
L’essenza dell’uomo va ricercata nel rapporto che egli ha con Dio, suo creatore, che nel crearlo ha sperato in esso il quale, come detentore di speranze, differisce dagli animali ma non si deve illudere del valore delle sue false speranze poiché l’unica vera Speranza è quella riposta in Dio, «sia perché è causa della nascita stessa della Speranza, sia perché è l’Unico in grado di custodirla intatta e pura» di modo che l’uomo divenga realmente l’essere composto di natura mortale e immortale.
La Speranza è Luce che schiude davanti a noi orizzonti grandi e ci porta al di là del nostro “ io” isolato verso l’ampiezza della comunione.
Ben si comprende allora come la Speranza cresca in noi e illumini il presente divenendo Stella che mostra gli orizzonti del nostro cammino, in un tempo buio in cui l’uomo è particolarmente bisognoso di LUCE.
È proprio in quest’ottica che il momento musicale di questa serata si vuole umilmente connotare con alcune tra le più belle pagine di musica sacra che siano state scritte, in cui l’uomo si rimette con accorata speranza e devozione alla pietà misericordiosa di Dio, Essere supremo che genera e al tempo stesso è EGLI STESSO “LUCE”.
“Valde in vita hominum pretiosa est, sine spes homines misere vitam agunt” ( la speranza è fortemente preziosa per la vita degli uomini che senza di essa conducono una vita meschina).
Emy Spadaro
Stampa e media
Articolo: Gazzetta del Sud del 6 Aprile
Articolo: Gazzetta del Sud del 8 Aprile