Bob Dylan: molti volti molte firme

Bob Dylan, al secolo Robert Zimmermann, nasce il 24 maggio del 1941 a Duluth, Minnesota. Scrittore, poeta, attore, pittore, scultore e conduttore radiofonico, si è imposto come una delle più importanti figure in campo musicale, in quello della cultura di massa e della letteratura a livello mondiale e oggi è l’inaspettato e discusso vincitore del premio Nobel per la letteratura 2016 con la motivazione “ avere creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione della canzone americana”.

I suoi testi colpiscono in profondità il cuore di molti perché si sintonizzano sulle tematiche care soprattutto alle generazioni che hanno affrontato il ’68. Poco amore, poco romanticismo consolatorio ma molta mestizia, amarezza e attenzione ai problemi sociali più scottanti.

 


 

Non sappiamo se l’artista accetterà o meno il premio, anche perché fino ad ora non c’è stato alcun commento da parte sua. Non è nostra intenzione discuterne la legittimità o meno, quello che possiamo notare, però, è come forse nessuno abbia ancora capito nulla di chi o cosa sia, o rappresenti Bob Dylan oggi.

Conversioni religiose, cambi di genere, distorsione della sua stessa immagine, una carriera di attore portata avanti con quel ghigno malefico da jokerman, cover su cover, provocazioni. Le canzoni suonate per non farle cantare al pubblico, trasfigurandole e rendendole qualcos’altro, qualcosa di nuovo. La voglia di non essere un idolo per nessuno e di non essere portatore di nessuna causa. Viene da pensare che se ci si aspetta qualcosa da Dylan, probabilmente si rimane delusi o comunque si riceve un qualcosa di spiazzante. Da anni Bob Dylan è impegnato in un neverending tour che gli fa girare il mondo senza sosta. Salendo sul palco, una voce registrata recita questo testo:

Signore e signori, vi prego di dare il benvenuto al poeta laureato del rock’n’roll. La voce della promessa della controcultura degli anni sessanta. Il ragazzo che costrinse il folk ad andare a letto con il rock. Che si è truccato negli anni settanta ed è sparito nella nebbia dell’abuso di sostanze. Che emerse per trovare Gesù. Che è stato cancellato come una vecchia gloria dimenticata alla fine degli anni ottanta, e che ha improvvisamente liberato dagli ingranaggi un po’ della musica più forte della sua carriera all’inizio degli anni novanta. Signore e signori, un artista che registra alla Columbia: Bob Dylan!”

Noi proviamo a chiedere aiuto alla grafologia vagando tra il bianco e il nero della sua scrittura, soffermandoci tra le righe, tra il mutevole e a volte tormentato ritmo del suo filo grafico, tra le molteplici forme del suo essere inafferrabile.

 

Mille firme, mille forme, mille volti

Osservando le diverse scritture e le molteplici firme di Dylan viene da pensare che i fondamenti dell’analisi grafologica siano messi in discussione. In grafologia si dice che la nostra traccia grafica e il nostro autografo siano una sorta di DNA riconducibili, quasi sempre senza ombra di dubbio, al soggetto scrivente.

Bob riesce a stupirci anche in questo caso….Come possiamo osservare nei campioni riportati, appare difficile tracciare un ritratto di personalità per la molteplicità di forme, di movimento e di spazio che assume la sua grafia. Una traccia camaleontica, complessa da decifrare e soprattutto da inquadrare in un profilo caratteriale definito. Ma non è forse proprio questo Bob Dylan? Non è forse proprio l’esatta impressione che abbiamo di lui nel leggere la sua tumultuosa biografia? Le parole sembrano vergate a volte con ordine, in una forma vicina allo stampato minuscolo, armonica, chiara e leggibile (foto 1 e 2) in uno spazio organizzato. Caratteristiche che appartengono ad un carattere equilibrato, dotato di fermezza, che ricerca originalità ma anche chiarezza.

Foto 1

 

Foto 2

 

Altre volte è il caos a dominare: disordine del foglio, forme destrutturate e tormentate, esagerazioni, dimensione estremamente variabile, illeggibilità. Elementi che ci riconducono ad una personalità ansiosa e inquieta, spesso provocatoria, in lotta con se stessa ma estremamente creativa (foto 3 e 4)

Foto 3

 

Foto 4

 

Sono molto interessanti anche le differenti firme che Dylan utilizza nel corso della sua vita. In grafologia si dice che “firmare non è scrivere” in quanto, nel momento in cui ognuno di noi si trova a dover rappresentare la propria persona, la propria volontà, utilizza la firma come una sorta di impronta digitale, identificabile e inconfondibile. Il nome e il cognome hanno per ognuno di noi significati profondi e a seconda di come li valorizziamo, li evidenziamo, oppure li riduciamo magari a una linea o a un’iniziale. Essi rivelano informazioni preziose su come noi stessi consideriamo la nostra infanzia (nome) o la nostra stirpe (cognome). Vediamo a questo proposito una carrellata dei multiformi autografi dell’artista che non fa altro che confermare quanto evidenziato in precedenza.

 

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    Foto 5
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    Foto 9
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    Foto 10

 

La maggior parte di esse sono cosiddette oscure (illeggibili) ma non tutte (foto 7 e 9). Qualcuna è senza soluzione di continuità tra nome e cognome (foto 10), altre sono sottolineate (foto 6 e 10), un’altra ancora è doppiamente sottolineata(foto 5), una è sotto/sopralineata (foto 7). E ancora ….una ha una sorta di paraffo finale (foto 8) e un’altra è vergata su due livelli (foto 9). Infine la più recente del 2013 (foto 11) presenta un gesto “a tuffo” che forma sotto il rigo una sorta di croce.

Ogni scrittura, ogni traccia grafica è il risultato finale di una continua evoluzione di un elevato numero di elementi sociali e biologici, uniti alle nostre esperienze: traumi, successi, ecc. che, al di là della nostra volontà, portiamo nel nostro bagaglio personale e che contribuiscono a formare ciò che siamo.

 

Foto 11
 

Chi si sta lamentando oggi della maleducazione, del cattivo carattere, dell’indolenza, della provocazione di Bob Dylan semplicemente non ha capito niente di Bob Dylan, forse nemmeno la Reale Accademia di Svezia ha capito chi lui sia e anche noi concludiamo affermando che non è possibile inquadrare in un “confine” la personalità di questo eclettico artista se non con un aggettivo: inafferrabile.