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La storiografia italiana ha sempre rivolto particolare attenzione ai “privilegi“ di Messina, annullati e sottratti materialmente alla città dalla Spagna dopo la rivolta degli anni dal 1674 al 1678. Grazie a più approfonditi studi, resi possibili sui quei documenti originali, rintracciati a Siviglia dopo oltre tre secoli, consistenti in ben 1426 pergamene che contengono “privilegi, capitoli, documenti ecclesiastici e signorili, atti amministrativi e giudiziari e altro” datati dall’anno 1037 al 1632, scritti in latino, arabo e greco, è stato possibile ampliare le conoscenze sulla vita istituzionale, politica, sociale ed economica della città dal medioevo all’anno del loro sequestro per ordine del re di Spagna Carlo II (Fig. 1). Si è potuto così capire quanto intensa fosse in quei secoli l’attività politica della città nell’ambito del viceregno spagnolo per assicurarsi vantaggi e poteri istituzionali esclusivi utili ad una comunità sempre in comp...