Ars gratia artis
Il motto latino che suona come “l’arte per l’arte”, ovvero l’arte fine a se stessa: la bellezza per la bellezza, è forse rimasta una delle poche cose pulite della nostra epoca, per lo meno quando la si fruisce ben lontani dai mercanti d’arte!
E così la offre e la gode ADSeT; ieri, 6 marzo 2018, se ne è avuta la ‘cartina di tornasole’: rubo, parafrasandoli, i versi del mio amato Carducci “alta, solenne (nel suono e nella voce), vestita di nero (nell’abito da cerimonia), riguardo a ciascuna delle due Maestre, ha echeggiato la voce di Emy Spadaro sull’onda del magistrale accompagnamento musicale di Grazia Maria Spuria nella cornice ineguagliabile del sacro edificio di S. Maria di Porto Salvo – degno di una valorizzazione che la nostra città, a torto, non dà alla sua imponenza architettonica – e lì si è celebrata, come si è detto, l’arte per se stessa sulle note eterne di Mozart, Durante, Franck, Caggini, Bach, Rossini, Stradella, Verdi, Cilea, Gounod, Vivaldi.
Rapiti, gli Astanti del gremito dell’intera chiesa allontanavano da sé ogni cura d’assillo della coscienza nel quotidiano, ogni altro elemento di distrazione lieta e meno lieta per concedersi alla voce stentorea della Mezzosoprano ed alle note trainanti della responsabile dell’Accademia Filarmonica, ma non basta: se accadeva di dedicare gli occhi ad uno sguardo verso il Cristo in Croce, l’opera scultorea di fra Umile da Petralia (Giovan Francesco Pitorno), ivi custodita, un altro elemento arricchiva il pomeriggio d’ arti diverse, tra cui la richiamata architettura ricca di imponenti oltre venti colonne e di spazi enormi in cui quel Tempio magnificava le lodi a Dio, alla Trinità ed alla Madonna, come ha opportunamente sottolineato l’introduzione al concerto del presidente Angelo Miceli ed il commento a ringrazio di mons. Letterio Gulletta.
Ed il Cristo di fra Umile, nella Sua espressione di dolorosa donazione riccamente resa nelle lacerazioni delle carni, richiamava alla memoria di chi lo osservasse ancora un’altra arte, quella cinematografica del capolavoro di Mel Gibson magistralmente resa ne ‘La Passione di Cristo’, il capolavoro per eccellenza, ineguagliabile tra tutti i film che trattano della Crocifissione.
Insomma, una volta ancora ADSeT ha emozionato, ma occorre dirlo, il merito va ascritto alle due artiste: Emy Spadaro e Grazia Maria Spuria, senza la potenza della loro prestazione canoro-musicale l’Uditorio non sarebbe stato coinvolto con quel rapimento che già si è detto, e sarebbe qui riduttivo, e perciò me ne astengo, riferire sul prestigioso curriculum e sulla sapiente scelta dei brani delle due Maestre, che ben si registrano sulla locandina della serata, che invito a leggere attentamente, ed ancor più sui siti di ciascuna delle Due che sollecito a leggere con ancora maggior attenzione per via informatica.