Amanita ponderosa un fungo rarissimo ritrovato sui Peloritani
Abbiamo più volte affermato, nelle nostre precedenti “dissertazioni micologiche”, che “l’Andar per Funghi” anche nel periodo invernale o nelle stagioni meno propizie alla raccolta, può essere, oltre che una sana e salutare passeggiata a contatto con la natura, anche fonte di piacevoli sorprese, specie per quanti, come noi, sono soliti recarsi nei boschi non per soddisfare desideri di natura gastronomica, ma per dedicarsi alla ricerca di macromiceti interessanti dal punto di vista micologico ed al fine di approfondire le proprie conoscenze nella determinazione delle varie specie fungine.
Ed è proprio per confermare questo assunto che, nei giorni scorsi (esattamente il 3 marzo), ci siamo recati (Angelo Miceli e Franco Mondello) nel vicino bosco della Candelara, sui Monti Peloritani, a ridosso della città di Messina, in una zona che si pone, per la sua altitudine sul mare, da circa 250 – a 400 metri.
E’ stata una mattinata ricca di “incontri”: dopo aver ritrovato diversi esemplari fungini come Amanita junquillea var. vernalis, Helvella lacunosa, Cantharellus cibarius, Lactarius deliciosus ed alcuni esemplari del Genere Collybia, sul finire della mattinata, stanchi ma soddisfatti dei ritrovamenti effettuati, sulla strada del ritorno, proprio lì, quasi in mezzo al sentiero, su una strada in terra battuta, percorribile anche da mezzi motorizzati, un piccolo anfratto con una piccolissima sporgenza tra le crepe del terreno duro ed asciutto, attira la nostra attenzione. Con molta delicatezza, per non danneggiare il “nostro ritrovamento”, creiamo un po’ di spazio attorno all’esemplare e documentiamo, fotograficamente, lo stesso ed i luoghi circostanti. Con il cuore in gola per l’emozione, anche se non completamente certi, avanziamo una certa ipotesi e rimaniamo in attesa di conferma, liberiamo l’esemplare che si presenta quasi completamente avvolto, tranne una piccolissima porzione del cappello, in un velo generale consistente, membranoso, bianco. E’ necessario effettuare una sezione del fungo per accertarsi della presenza di gambo e lamelle ed esaminarne le caratteristiche salienti utili alla sua determinazione. Quanto emerso non lascia dubbi (anche se, successivamente, in laboratorio, si procede ad un esame microscopico per averne una conferma assoluta): Amanita ponderosa Malençon & R. Heim un fungo rarissimo sul territorio nazionale del quale, alla data attuale, si conoscono sporadici luoghi di ritrovamento. Basti pensare che il Prof. Roberto Galli, micologo di fama internazionale, nella sua monografia “Le Amanite” – Edinatura, Milano 2001 – parlando della specie, precisa di non averla mai esaminata personalmente e fa riferimento, per completare l’argomento, a quanto desunto dalla letteratura esistente in materia. E’ opportuno precisare che il ritrovamento e la determinazione di altri esemplari della specie in questione sono stati segnali nel 2005 dal micologo messinese Franco Mondello il quale interessò, all’epoca, lo stesso Prof. Roberto Galli il quale, espressamente invitato, ha onorato la micologia messinese della sua presenza, portandosi, accompagnato da Franco Mondello, nei boschi di Ficarra, in provincia di Messina dove ha confermato la presenza di questa rarissima specie.
Amanita ponderosa: carpoforo semiipogeo la cui crescita avviene, generalmente, nel periodo marzo-aprile. E’ solito fruttificare in terreni aridi e duri, anche al centro o ai bordi di strade in terra battuta. Predilige habitat mediterraneo con presenza di querce e cisto (Cystus salvifolius) con cui potrebbe essere simbionte. Nella zona dell’attuale ritrovamento oltre a querce e cisto sono presenti pini domestici (Pinus pinea). Solitamente rimane semi coperto tra gli anfratti del terreno dal quale difficilmente emerge in maniera totale. La sua presenza viene segnalata dalle crepe che il terreno forma a seguito della sua spinta in fase di crescita. Ha cappello emisferico, poi convesso, con bordo liscio ricoperto, da giovane, da residui fioccosi. Cuticola liscia, asciutta, di colore inizialmente bianco che tende, con la sua crescita, a divenire ocra, poi rosa-rossastro ed infine rosso mattone. E’ munito di anello presto fugace ed a volte ridotto a residui fioccosi sul gambo e di volva membranosa, ampia e alta, inguainante, inizialmente bianca poi ocra ed infine bruno-rossastra. Molto diffuso nelle regioni Iberiche ove è considerato un buon commestibile. E’ conosciuto anche come “falsa patata” per il suo particolare sapore che riconduce, appunto, al sapore delle patate.
Luogo ritrovamento: Monti Peloritani – Bosco della Candelara (Messina) mt. 300 circa s.l.m. Vegetazione: Querce (Quercus pubescens e Quercus ilex); Cisto (Cistus salvifolius); Pini (Pinus pinaster). Terreno asciutto, arido, duro. Ritrovato al margine di un sentiero in terra battuta percorribile anche da mezzi meccanici. Altri ritrovamenti, sempre sporadici, oltre quelli indicati, sono stati segnalati in Sardegna.
Pubblicato su: “I Sapori del mio Sud” – Anno XI n. 119 Giugno 2015