Volvariella bombycina (Schaeff.) Singer
Abbiamo sempre sostenuto, nel corso di numerosi incontri di natura micologica ai quali siamo soliti partecipare, che i Funghi, facendo espresso riferimento limitato alla molteplicità delle forme e delle meravigliose sfumature cromatiche che li caratterizzano, nulla hanno da invidiare alla bellezza morfo-cromatica dei fiori ai quali, riteniamo, possano essere benissimo paragonati senza minimamente sfigurare.
In questa nostra nuova “Riflessione Micologica”, intendiamo parlare di un macromicete poco comune, volendo evitare l’utilizzo del termine “raro”, che riteniamo, per rimanere in linea con quanto sopra asserito, possa essere considerato, con riferimento alla sua forma ed ai suoi delicati colori, sicuramente una delle specie più belle e rappresentative del vasto regno dei funghi che, comportandosi da saprofita, è solito fare la propria apparizione nei boschi fin dall’inizio dell’estate protraendola fino ad autunno inoltrato: Volvariella bombycina.
Nella sistematica fungina trova opportuna collocazione nel Genere Volvariella, Famiglia Pluteaceae, Ordine Agaricales, Classe Basidiomycetes.
Al Genere Volvariella, la cui denominazione è legata al botanico-micologo Carlo Luigi Spegazzini ((Bairo, 20 aprile 1858 – La Plata, 1 luglio 1926, è stato un botanico e micologo di origine italiana naturalizzato argentino), appartengono funghi eterogenei (quando cappello e gambo, formati da cellule con struttura molecolare differente, sono separabili con facilità), muniti di velo generale e, quindi, di volva; caratteristica questa che conferisce al genere la propria denominazione. Il cappello, a seconda delle varie specie, si presenta asciutto o più o meno viscido, liscio o con fibrille o ricoperto da tomentosità (peluria) più o meno consistente ed apprezzabile. Le lamelle sono generalmente fitte e libere (quando si fermano prima di arrivare al gambo con il quale non hanno alcun contatto), di colore carnicino-rosato. Il gambo cilindrico con, a volte, una base bulbosa, liscio o pruinoso o con striature più o meno evidenti, sempre senza anello. La volva si presenta membranosa, intera o, in alcune specie, lobata, bianca o colorata. Le varie specie, in considerazione del colore rosato delle spore, fanno parte del gruppo dei funghi rodosporei. Prediligono crescere e nutrirsi da saprofiti su detriti vegetali o su zone morte di alberi ancora in vita o in decomposizione; a volte si presentano in associazione, sempre in forma saprofitica, con specie fungine come, ad esempio, Volvariella surrecta che predilige la crescita su vecchi basidiomi di Clitocybe nebularis.
Il recente ritrovamento (9 luglio 2016) di un esemplare del “Nostro Protagonista”, ci fornisce l’opportunità e l’incipit di presentarlo su queste pagine:
Volvariella bombycina (Schaeff.) Singer (1951)
Cappello: di medie-grandi dimensioni, può raggiungere un diametro di 15-20 cm., inizialmente ovoidale, tende, verso la maturazione ad assumere una forma prima conico-campanulata, poi appianato-convessa, con presenza, a volte, di largo umbone. La superficie è ricoperta da fitta tomentosità, sericea, di colore bianco-argenteo che eccede il margine; a volte sono presenti lembi residuali del velo generale.
Imenoforo: (parte inferiore del cappello ove trovano ubicazione gli elementi fertili utili alla riproduzione: le spore) costituito da lamelle fitte, libere al gambo, intervallate da lamellule, inizialmente biancastre, poi, verso la maturazione, rosa-carnicino, ed ancora rosa-salmone.
Gambo: cilindrico, robusto, assottigliato all’apice, con base allargata e spesso bulbosa; di colore bianco tendente ad imbrunire a maturazione. Privo di anello. Spesso, considerato che trattasi di funghi lignicoli con crescita su tronchi d’albero, al fine di consentire il posizionamento in orizzontale del cappello, si sviluppa con andamento curviforme.
Volva: ampia, membranosa, inguainante, alta, lobata, di colore inizialmente biancastro poi ocra-brunastro o giallo-bruno, maculata con chiazze più scure del colore di fondo.
Habitat: poco comune, specie da salvaguardare per la rarità. Cresce da saprofita su parti morte di latifoglie o su tronchi in decomposizione. Cresce dall’estate al tardo autunno.
Commestibilità: commestibile dopo adeguata cottura. Riteniamo opportuno considerala come specie da salvaguardare visto la sua rarità e quindi da non consumare.
Etimologia: dal latino bombix = baco da seta, per la presenza delle ornamentazioni setacee sul cappello. Volvariella con espresso riferimento alla presenza di volva.
Sinonimi:
- Agaricus bombycinus Schaffer. (1762)
- Volvaria bombycina (Schaeff.) P. Kumm (1871)
Ritrovamenti recenti:
- Autunno 2015 – Monti Peloritani – Messina – località Musolino a circa 400 mt. s.l.m. – Ritrovamento effettuato da Angelo Miceli e dal micologo Franco Mondello (Centro di Cultura Micologica – Messina)
- Estate 2016 (9 luglio) – Monti Peloritani – Messina – località Foresta Vecchia Camaro a circa 250 mt. s.l.m., in un incavo situato alla base di un tronco in decomposizione di pioppo quasi completamente ricoperto da edera. Ritrovamento effettuato da Federico Stella (Centro di Cultura Micologica – Messina)
Note: i ritrovatori, in entrambe le occasioni, hanno ritenuto opportuno, in considerazione della rarità della specie e della particolare bellezza e fragilità del carpoforo, limitarsi all’esame contemplativo effettuando rilievi fotografici lasciandolo nel proprio habitat a concludere il suo ciclo vitale. In merito al ritrovamento del 2015 si è posizionato, bene in vista, un cartellino indicante la denominazione del carpoforo e l’invito a non distruggerlo e a non raccoglierlo. Sulla scia dell’esempio dei ritrovatori, invitiamo quanti dovessero incontrarlo nei boschi ad emularne il comportamento. Ricordiamo: la natura ci ama… ricambiamola con lo stesso amore.
Foto: Angelo Miceli – Franco Mondello – Federico Stella
Bibliografia:
- Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca, 2008: Funghi d’Italia. Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)
- Mondello Franco, 2015: Volvariella bombycina. www.micologiamessinese.it/