Sarcoscypha coccinea (Grey) Boud. 1885
Articolo pubblicato su “Passione Funghi & Tartufi” n. 80 Marzo 2018
Un piccolo ascomicete dalla forma particolare e dai meravigliosi colori che, ancora una volta, confermando la nostra teoria che vuole accomunare, limitatamente alla forma ed alle numerose sfumature cromatiche che li caratterizzano, i nostri “amici del bosco” ai fiori, ai quali, riteniamo, i primi possono essere paragonati senza minimamente sfigurare, ci fornisce lo spunto per questa nuova “Riflessione Micologica”.
E’ opportuno, prima di addentraci nella trattazione della specie, fare delle precisazioni di ordine generale che ci consentano di meglio affrontare l’argomento visto che, diversamente a quanto sinora abbiamo fatto, ci accingiamo a trattare di un fungo appartenente alla classe Ascomycetes.
I funghi, in considerazione della diversità con cui producono le spore, sono divisi in due grandi classi: Basidiomycetes e Ascomycetes. Alla prima (Basidiomycetes) appartengono funghi che sviluppano le spore all’esterno di elementi allungati, più o meno claviformi, detti basidi (dal latino basìdium ovvero supporto, piedistallo) sulla cui parte apicale si trovano dei particolari sostegni detti sterigmi alla cui estremità si formano le spore. Alla seconda (Ascomycetes) appartengono funghi che sviluppano le spore all’interno di “sacche, astucci” normalmente di forma allungata, similari al baccello di un pisello, chiamati aschi (dal greco askòs, piccolo sacco, otre). Per quanto sopra, le spore dei Basidiomycetes vengono anche definite esospore perché formate all’esterno del supporto di riproduzione, mentre le spore degli Ascomycetes vengono chiamate endospore, perché formate all’interno del supporto di riproduzione (Vedi Tavola n. 1).
Le numerosissime specie appartenenti alla Classe degli Ascomycetes si presentano con una pluralità di forme che, senza minimamente volere entrare nel dettaglio della morfologia-sistematica, in considerazione della tipologia delle singole fruttificazioni, riconducono, essenzialmente, a tre tipicizzazioni:
- Ascocarpi che presentano l’imenoforo completamente esposto all’aria: apoteci
- Ascocarpi che si presentano quasi completamente chiusi, comunicanti con l’esterno per mezzo di una piccolissima apertura posizionata, generalmente, nella zona apicale: Periteci
- Ascocarpi completamente chiusi, spesso a crescita ipogea o semiipogea: Cleistoteci
Apotecio (Vedi Tavola n. 2)
Con il termine apotecio si è soliti individuare corpi fruttiferi che si presentano con forme di varia natura, spesso a forma di coppa. Sono caratterizzati per la particolare ubicazione dell’imenoforo (zona fertile del fungo dove si formano le spore) che è posizionato sulla superficie interna, ovvero quella più visibile dove, durante tutte le fasi di maturazione, rimane sempre esposto all’aria e non è coperto da alcuno strato protettivo. L’imenoforo è posizionato su una struttura sterile che funge da supporto denominata excipulum o periderma (Vedi Tavola n. 3) che generalmente risulta formata da più strati [Tolaini F., 2008; Medardi G., 2012]. I corpi fruttiferi possono essere singoli (esempio: Peziza, Otidea…) o aggregati, in tal caso si presentano come fruttificazione complessiva (esempio Genere Morchella).
Peritecio (Vedi Tavola n. 4)
Con tale termine si identificano corpi fruttiferi di piccole dimensioni, a forma di fiasco, di ampolla, più o meno rotondeggianti o allungati, nei quali la zona fertile (imenoforo) è racchiusa all’interno di un corpo globoso cavo che, a maturità, si apre nella parte sommitale consentendo la fuoriuscita delle spore attraverso un poro chiamato ostiolo [Tolaini F., 2008; Medardi G., 2012]. I corpi fruttiferi possono presentarsi isolati o aggregati, in tal caso, anche questi, assumono la denominazione di fruttificazione complessiva (Es. Genere Podostroma, Daldinia, Cordyceps, ecc.). La parete esterna dei corpi globosi, generalmente di consistenza dura e coriacea, composta da ife aggrovigliate e/o compatte, prende la denominazione di stroma.
Cleistotecio (Vedi Tavola n. 5)
Vengono così identificati i corpi fruttiferi completamente chiusi e circondati da una membrana consistente chiamata peridio, al cui interno, inglobati in una struttura più o meno compatta chiamata gleba, trovano posto gli aschi e le spore. Gli aschi sono generalmente disposti in maniera disordinata ed a vari livelli. La dispersione delle spore, a maturità, avviene per frantumazione del peridio [Medardi G., 2012].
Fatto questa premessa, dovuta per meglio comprendere l’immenso e complesso mondo degli Ascomiceti, che, tuttavia, è opportuno precisare, non è assolutamente esaustiva ma deve essere intesa solo come una generica e superficiale introduzione da approfondire con la consultazione di testi specifici, ci occupiamo del protagonista della nostra “Riflessione Micologica”: Sarcoscypha coccinea:
Genere Sarcoscypha (Fr.) Boud. (1885)
Al Genere appartengono ascomi tipicamente a forma di apotecio, più o meno profondamente cupolati, sessili o brevemente stipitati (quando si presentano privi o muniti di gambo) con orlo fessurato o liscio; superficie interna (imenoforo) di colore rosso-vivo, rosso-scarlatto; superficie esterna (zona sterile), con leggera e corta peluria, di colore arancione chiaro. Crescita saprofitica su residui legnosi.
Sarcoscypha coccinea (Grey) Boud.
Bull. Soc. mycol. Fr. 1: 103 (1885)
Si tratta di un piccolo ascomicete, a tipica forma di apotecio, con un meraviglioso colore rosso intenso che spicca nel sottobosco ravvivandone i tipici colori freddi e smorti del periodo invernale.
Posizione sistematica: Classe Ascomycetes, Ordine Pezizales, Famiglia Sarcoscyphaceae, Genere Sarcoscypha.
Etimologia: Sarcoscypha dal greco Sarkinos = carnoso e dal latino Scyphus = tazza (coppa) ovvero coppa carnosa. Coccinea dal latino coccineus = rosso vermiglio, scarlatto. Con riferimento alla cocciniglia dalla quale si estraeva un prezioso colorante rosso, molto in voga in pittura e per tingere i tessuti dal periodo della scoperta dell’America fino al 1900.
Sinonimi:
- Macroscyphus coccineus Gray 1821
Descrizione macroscopica
Ascocarpo: sotto forma di apotecio sessile o brevemente stipitato, di piccole dimensioni, fino a 50 mm di diametro, a forma di coppa più o meno chiusa e profonda nella fase iniziale, successivamente, verso la maturazione, più o meno cupolata, a volte imbutiforme.
Imenoforo: posizionato sulla superficie interna, liscio, di un intenso colore rosso vivo, rosso scarlatto.
Superficie esterna: pruinoso-feltrata per la presenza di fine peluria addensata verso l’orlo che si presenta regolare, a volte fessurato ed a lungo involuto. Di colore rosso-chiaro, rosso-biancastro, sempre più pallida della superficie interna.
Gambo: generalmente assente, se presente feltrato, rosso-biancastro come la superficie esterna, biancastro alla base, a volte profondamente infisso nel substrato di crescita.
Carne: esigua, fibrosa ed elastica, chiara, quasi bianca con odore e sapore nulli.
Habitat: cresce da singola o in gruppi di pochi esemplari su legno morto di latifoglie anche marcescente ed interrato, in luoghi umidi e freddi. Specie piuttosto comune e tipica del periodo invernale, da dicembre ad inizio primavera.
Commestibilità: senza valore, di nessun interesse gastronomico.
Specie simili:
- Aleuria aurantia (Pers.) Fuckel 1870
Molto simile per le caratteristiche morfo-cromatiche, si differenzia per la superficie esterna della coppa che si presenta quasi liscia e di colore rossastro, mai biancastro e per l’habitat di crescita tipicamente terricolo, in spazi aperti e raramente boschivi, oltre che per il periodo di crescita estivo-autunnale
- Sarcoscypha austriaca (Beck ex Sacc.) Boud. 1907
Come per diverse altre specie appartenenti allo stesso genere, si presenta, dal punto di visto morfologico cromatico, praticamente uguale, con differenze minime e di difficile interpretazione. Le differenze utili alla diversificazione delle varie specie devono essere ricercate microscopicamente nella conformazione delle spore.
Ringraziamenti
Un grazie particolare va rivolto alla prof.ssa Rosa Carbonaro per la realizzazione delle tavole illustrative, a Marco Della Maggiora ed a Mario Mondello per la concessione delle foto
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Disegni: Rosa Carbonaro
Foto: Marco Della Maggiora – Mario Mondello
Bibliografia essenziale:
- Consiglio Giovanni, Papetti Carlo – 2009: Atlante Fotografico dei Funghi d’Italia, Vol. 3. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
- Della Maggiora Marco – 2009: Funghi dall’aspetto particolare: tre ascomycetes dai colori sgargianti, Bollettino del Gruppo Micologico Massimiliano Danesi, n. 3: 18-23, Ponte a Moriano (LU)
- Medardi Gianfranco – 2012: Atlante fotografico degli ascomiceti d’Italia, (prima ristampa). AMB Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
- Papetti Carlo, Consiglio Giovanni, Simonini Giampaolo – 2004: Atlante fotografico dei Funghi d’Italia, Vol. 1 (seconda ristampa). A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
- Tolaini Francesco – 2008: Funghi sotto la lente: Podostroma alutaceum, un interessante pirenomicete, Bollettino del Gruppo Micologico Massimiliano Danesi, n. 2: 38-41, Ponte a Moriano (LU)