Infundibulicybe geotropa (Bull.) Harmaja
Una stagione, quella dell’autunno 2017, avara di piogge e caratterizzata da una persistente siccità protrattasi per lungo tempo che ha, ovviamente, influito negativamente sulla crescita fungina, deludendo i numerosi micofagi che sono stati, così, privati delle prede più ambite: ovoli e porcini. A questi consigliamo, al fine di rifarsi del mancato bottino, di rivolgere la propria attenzione, nel periodo del tardo autunno, sperando in un cambiamento di tendenza nella fruttificazione fungina, ad un fungo che, anche se non da tutti conosciuto, viene da sempre considerato ottimo commestibile: Infundibulycibe geotropa.
E’ stato conosciuto, ed ancora continua ad esserlo, con la denominazione di Clitocybe geotropa, abbandonata nel 2003, a seguito della creazione, da parte di Harmaja, del nuovo genere Infundibulicybe.
Genere Infundibulicybe Harmaja 2003
Si tratta di un genere di nuova, istituzione, creato appositamente per ospitare quelle specie fungine appartenute al genere Clitocybe che, a seguito studi di natura molecolare, hanno evidenziato caratteri filo-genetici diversi, tali da consentirne il posizionamento in un nuovo genere. In questo trovano posto sporofori con portamento clitociboide (quando presentano caratteristiche generali simili al quelle dei funghi appartenenti al genere Clitocybe) caratterizzate da cappello generalmente asciutto, pruinoso, a volte umbonato, con margine liscio o, per alcune specie, striato. Lamelle decorrenti. Gambo centrale, pieno. Spore in massa da bianco a giallo a crema-rosato identificanti funghi appartenenti al gruppo dei leucosporei.
Infundibulicybe geotropa (Bull.) Harmaja
Annales Botanici Fennici 40 (3) : 216 (2003)
Basionimo: Agaricus geotropus Bull. (1792)
Posizione sistematica: divisione Basidiomycota, classe Agaricomycetes, ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae, genere Infundibulicybe.
Etimologia: infundibulicybe dal latino infundǐbŭlum = imbuto e dal greco kùbe = testa, con riferimento alla forma del cappello che si presenta simile ad un imbuto. Geoptropa dal greco geo = terra e tropèo = rivolto, ovvero rivolto verso terra con riferimento al portamento eretto, con posizione verticale [AMINT, 2007].
Principali sinonimi: Clitocybe geotropa (Bull.) Quél. 1872; Omphalina geotropa (Bull.) Quél. 1886.
Nomi volgari: cimballo, ordinale, Fungo di San Martino [AMINT, 2007 – Sorbi C., 2016]
Nomi dialettali: è conosciuto con una miriade di nomi dialettali che variano da una località all’altra, ne riportiamo solo alcuni tra quelli maggiormente utilizzati nel territorio siciliano: “Funciu imperiali” (diffuso in varie zone della Sicilia), “Funcia i filera” (Messina), “Funciu i filagno” (Catania), “Funcia campagnola”, “Funciu filarinu” (Palermo) [Bonazzi U., 2003].
Descrizione macroscopica
Si presenta praticamente inconfondibile per il caratteristico portamento tipicizzato da un gambo molto lungo rispetto al diametro del cappello [Papetti C., 2004], per la consistenza massiccia, per la forma ad imbuto e la presenza di un umbone centrale. Morfologicamente presenta le seguenti caratteristiche:
Cappello generalmente di medio-grandi dimensioni, può facilmente raggiungere 20-25 cm di diametro, anche se alcuni esemplari, a completa maturità, si presentano con dimensioni ridotte di circa 4-5 cm [Sorbi C., 2016]. Si presenta inizialmente campanulato con orlo fortemente involuto, assumendo, poi, in fase di maturazione, una caratteristica depressione a forma di imbuto, caratterizzata da un grosso umbone centrale sempre presente. Ha superficie liscia, a volte leggermente feltrata, opaca e vischiosa a tempo umido, liscia a tempo asciutto, di colore giallo ocra tendente al beige con, in alcuni casi, tonalità aranciate.
Imenoforo formato da lamelle molto fitte, intercalate da lamellule che tendono a biforcarsi verso il margine del cappello, profondamente decorrenti (quando si prolungano sul gambo in maniera più o meno accentuata) sul gambo, inizialmente di colore bianco-crema, tendente al rosa verso la maturazione. La sporata in massa, di colore bianco, identifica l’appartenenza al gruppo dei funghi leucosporei.
Gambo centrale, cilindrico, inizialmente sodo, poi, verso la maturità, molliccio, grosso e slanciato, leggermente clavato (quando si presenta leggermente ingrossato ad una delle estremità assumendo la forma di una clava) verso la base dove, a volte, è possibile trovare una leggero tomento (peluria) di colore biancastro; concolore al cappello o leggermente più chiaro, con, a volte, nervature superficiali di colore bianco sporco che lo percorrono in senso longitudinale.
Carne compatta e soda, fibrosa nel gambo dove diviene elastica con la maturazione. Inizialmente bianca con tendenza al crema in maturità. Odore gradevole, descritto dai numerosi autori in maniera diversa: aromatico, di mandorle, fruttato, lavanda, mielato, cianico, farinaceo, ecc. Sapore buono, dolciastro e delicato [Sorbi C., 2016].
Habitat
Predilige, considerata la sua natura di fungo saprofita, terreni ricchi di sostanze nutritive e di residui organici morti, fruttificando da autunno inoltrato fino all’inizio dell’inverno, a volte, in dipendenza della latitudine e dell’altitudine del luogo di crescita, anche dopo le prime gelate. Si presenta, solitamente, in gruppi di numerosi esemplari tipicamente disposti in “fila indiana” (caratteristica che gli deriva il nome volgare di “ordinale” o i numerosi nomi dialettali quali “Funcia i filera”, “Funciu i filagno”, “Funciu filarino”) o anche disponendosi in cerchio, così da formare il famoso “cerchio delle streghe”, nelle radure o ai margini di boschi di latifoglie o di conifere, o nei prati e nei pascoli. E’ abbastanza comune e diffuso su tutto il territorio italiano.
Commestibilità e curiosità
Ottimo commestibile, si consiglia la eliminazione del gambo che, specie negli esemplari maturi, è coriaceo e stopposo [AMINT, 2010; Sorbi C., 2016]. E’ un fungo a larga diffusione che cresce, in maniera costante, sempre nello stesso sito, regalando ogni anno, agli estimatori, la possibilità di raccolte abbondanti. Territorialmente, a seconda delle diverse zone geografiche, risulta essere totalmente ignorato dalle popolazioni locali che ne sconoscono la commestibilità [AMINT, 2010] o molto conosciuto ed apprezzato, come in alcune zone della Toscana meridionale dove è preferito anche al ricercato porcino [AGMT, 2013; Sorbi C., 2016]. Le sue ben note qualità gastronomiche sono conosciute da tempi remoti, tanto che il famoso Abate-Micologo Giacomo Bresadola (Ortisé, 14 febbraio 1847 – Trento 9 giugno 1929) esprimeva in merito il suo pensiero: “E’ uno dei funghi più squisiti, e pel forte aroma che possiede si può cuocere anche alla maniera dei tartufi servendone come di questi per condimento. Si presta pure ad essere disseccato, bastando tagliare per metà il cappello e passare per mezzo un filo sospendendolo per alcuni giorni all’aria. Disseccato si deve porre in luoghi asciutti entro sacchetti di carta o cassettine di legno” [Bresadola G., 1899].
Specie simili
- I. gigas (Harmaja) Harmaja 2003 = Clitocybe maxima (P. Gaertn., G. Mey. & Scherb.) P. Kumm 1871.
Presenta notevoli affinità, differenziandosi principalmente per le dimensioni più grandi che evidenziano un gambo più corto ed un cappello molto ampio costantemente privo di umbone centrale o, a volte, appena accennato.
- I. gibba (Pers.) Harmaja 2003 = Clitocybe gibba (Pers.) P. Kumm 1871.
Comunemente conosciuta con il nome volgare di “imbutino” differisce per le dimensioni più piccole, per la presenza di un piccolo umbone solo negli esemplari giovani e per il colore generalmente più chiaro.
Note dell’autore
Ancora una volta, grazie alla disponibilità di Aldo Bertelli, una mia modesta “Riflessione Micologica” viene arricchita dalla presenza di una tavola pittorica realizzata da Gianbattista Bertelli, padre di Aldo, che riproduce, con l’inconfondibile e caratteristico stile personale, in maniera meravigliosa, le caratteristiche peculiari della specie trattata.
Ringraziamenti
Un grazie di cuore va rivolto ad Aldo Bertelli per avere fornito ed autorizzato la pubblicazione della tavola micologica di I. geotropa, e a Lorenzo Fruscalzo e Nicolò Oppicelli per la cortese concessione delle foto.
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Foto: Lorenzo Fruscalzo, Nicolò Oppicelli
Bibliografia di approfondimento
- A.M.G.T. (Associazione Gruppi Micologici Toscani) – 2013: Io sto con i funghi. Seconda Edizione. Edit. La Pieve Poligrafica, Villa Vernucchio (RN)
- AMINT (Associazione Micologica Italiana Naturalistica Telematica) -2007: Tutto funghi. Giunti editore, Firenze (ristampa 2010)
- Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca – 2008: Funghi d’Italia. Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)
- Bonazzi Ulderico – 2003: Dizionario dei nomi volgari e dialettali dei funghi in Italia e nel Canton Ticino. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
- Bresadola Giacomo – 1899: I funghi mangerecci e velenosi. Ulrico Hoepli, Milano
- Buda Andrea – 2012: I Funghi degli Iblei. Vol. I. Ass. Micologica Bresadola – Gruppo di Siracusa, Siracusa
- Garau Mariano, Merlo Erica, Rosso Michele, Traverso Mido -1982: I nostri funghi. Sagep Editrice, Genova
- Harmaja Harri -2003: Notes on Clitocybe s. latu (Agaricales). Annales Botanici Fennici 40 (3): 216-2018
- IF – Index Fungorum database. www.indexfungorum.org (ultima consultazione novembre 2017)
- La Spina Leonardo – 2017, Funghi di Sicilia – Atlante illustrato. Tomo I. Eurografica, Riposto (CT)
- MB – Mycobank database. www.mycobank.org (ultima consultazione novembre 2017)
- Papetti Carlo, Consiglio Giovanni, Simonini Giampaolo – 2004: Atlante fotografico dei Funghi d’Italia, Vol. 1 (seconda ristampa). A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
- Phillips Roger – 1985: Riconoscere i funghi. Istituto Geografico De Agostini, Novara
- Sorbi Claudio – 2016: Infundibulicybe geotropa: fungo dal sapore particolare e dalla crescita “ordinale”. Micoponte – Bollettino del Gruppo Micologico Massimiliano Danesi, n. 9: 15-18, Ponte a Moriano (LU)