Phaeolus schweinitzii (Fr.) Patouillard
Il “tam tam” dei nostri giorni che, grazie ai moderni SmathPhone ed a WhatsApp, ha sostituito gli ormai arcaici sistemi di comunicazione adottati, in tempi assai lontani, dagli antichi pellerossa, ha diffuso, via etere, proprio ieri sera, la notizia della presenza, nel territorio dei Monti Peloritani, in località Musolino, di due bellissimi esemplari fungini appartenenti all’Ordine Polyporales. La bellezza della specie, soprattutto per il particolare colore giallo zolfo del cappello (come apprezzabile dalle foto diffuse) che, purtroppo, è tale solo negli esemplari giovanissimi, tendendo, gli stessi, a scurire a maturazione, è stata sufficiente a fare scattare la molla della nostra “curiosità fungina” ed a spingerci, dopo avere acquisito indicazioni in merito al loro esatto posizionamento, oggi (18 settembre 2016), di buon mattino, alla ricerca del protagonista della nostra nuova “Riflessione Micologica”.
Le precise indicazioni ricevute ci conducono, con facilità, sul luogo del reperimento ove ritroviamo i basidiocarpi che, seguendo il normale ciclo del loro sviluppo, anche in considerazione delle attuali, calde, condizioni climatiche che ne hanno favorito la maturazione, hanno già perso, purtroppo, il caratteristico, iniziale, colore giallo del cappello che si presenta già in parte annerito, consentendo, in ogni caso, unitamente ad altri elementi morfologici, di determinare con facilità la specie di appartenenza: Phaeolus schweinitzii.
Si tratta di specie poco comune che viene posizionata, nella sistematica micologica, nella Classe Basidiomycetes, Ordine Polyporales, Famiglia Fomitopsidaceae, Genere Phaeolus.
Nel genere trovano posto basidiomi muniti di cappello generalmente flabellifome (a forma di ventaglio), con gambo poco evidente, ed imenoforo (parte del fungo posizionato nella zona inferiore del cappello, costituito, ad esempio, da tubuli, lamelle, aculei…), a tubuli e pori che si presentano, questi ultimi, in forma arrotondato angolosa, poco regolare. Crescono e si riproducono da parassiti e/o saprofiti, su culture arboree di aghifoglie.
Phaeolus schweinitzii (Fr.) Patouillard (1900)
Si presenta con forma molto irregolare, generalmente monopileato (formato da un solo cappello) ma, a volte, pluripileato (formato da più cappelli) presentando, in tal caso, cappelli tra di loro concrescenti o sovrapposti che, in caso di crescita laterale, assumono forma semicircolare. E’ un fungo che vive e si riproduce in forma parassitaria su conifere, continuando a vivere da saprofita, dopo la morte dell’albero ospite, sulla ceppaia dello stesso. Per la sua predisposizione ad unirsi alle radici dell’albero, spunta dal terreno creando, a prima vista, l’impressione errata che si tratti di un fungo terricolo.
Cappello: di medie-grandi dimensioni, può raggiungere anche i 30 cm. di diametro ed uno spessore di 4-6 cm. con forma appianata o leggermente depressa, con orlo irregolarmente lobato (quando si presenta ondulato con anse o lobi più o meno profondi) La superficie è corrugata, irsuta, gibbosa ricoperta da tomentosità (peluria) più o meno accentuata. A volte pluripileato (formato da più cappelli sovrapposti). Di un bel colore giallo zolfo da giovane, con l’età si scurisce verso il centro divenendo bruno-arancio, bruno-ruggine; invecchiando scurisce totalmente fino a raggiungere tonalità nerastre. Ad essiccazione naturale, diviene leggero e legnoso.
Imenoforo: costituito da tubuli corti, che si prolungano, in maniera decorrente, sul gambo, di colore inizialmente giallastro, tendente, a maturazione, al giallo-verde, poi al bruno-nerastro. Pori irregolari ed angolosi, labirintiforme, annerenti al tocco.
Gambo: corto e tozzo, irregolare, rugoso, in posizione centrale o spostato lateralmente, a volte assente.
Carne: fibrosa, tenera, molle, spugnosa, imbevuta di acqua a tempo piovoso; fragile, leggera, secca a tempo asciutto. Di colore bruno-ruggine. Sapore amarognolo.
Habitat: cresce, dall’estate all’autunno, sulle radici di aghifoglie, inizialmente da parassita e, dopo la morte dell’albero ospite, da saprofita. Agente di carie bruna. Poco comune.
Commestibilità: NON commestibile.
Etimologia: con espresso riferimento al micologo americano, figlio di genitori tedeschi, Levis David von Schweinitz (1780 -1834)
Sinonimi:
- Polyporus schweinitzii Fr. (1821)
- Polystictus schweinitzii (Fr.) P. Karst (1879)
- Cladomeris schweinitzii (Fr.) Quel. (1886)
- Inodermus schweinitzii (Fr.) Quel. (1888)
- Hapalopilus schweinitzii (Fr.) Donk (1933)
- Coltricia schweinitzii (Fr.) G. Gunn (1948)
Ritrovamenti recenti: in data 17 settembre 2016, in Località Musolino, Colli Peloritani – Messina, a circa 400-450 mt. s.l.m. su radici marcescenti di Pino domestico (Pinus pinea) – Ritrovatore: Santino Bonaccorso (Centro di Cultura Micologica – Messina). Numero 2 esemplari pluripileati dal diametro di circa 15 cm., caratterizzati, data la fase di crescita non ancora avanzata, da un bel colore giallo zolfo.
Foto: Santino Bonaccorso – Angelo Miceli
Bibliografia essenziale:
- Boccardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca – 2008: Funghi d’Italia. Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)
- Papetti Carlo, Consiglio Giovanni, Simonini Giampaolo – 2004: Atlante fotografico dei Funghi d’Italia, Vol. 1 (seconda ristampa). A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento
- Phillips Roger – 1985: Riconoscere i funghi. Istituto Geografico De Agostini, Novara